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LA "MUSA DEI RAGAZZI" 
 
"Passando dal mercato di ghirlande, 
ho visto oggi un ragazzo a intrecciare 
fiori e corimbi. E non vi passai 
senza ferite. Ché, fermatomi, 
gli chiesi, un po' svagato: -Quanto vuoi, 
tu, dimmi, per la tua ghirlanda?- 
Quello si fece rosso più dei fiori 
e subito rispose a occhi bassi: 
-Su, allontanati, non farti scorgere 
da mio padre!-" 
Stratone 
 
Questo epigramma è uno dei 94 scritti da Stratone di Sardi del II secolo d.C. a tema omosessuale che vennero raccolti nell'antologia dal titolo: “La musa dei ragazzi” dallo stesso Stratone. Egli assieme ai suoi versi aggiunse quelli di altri scrittori come: Alceo di Mitilene, Callimaco di Cirene, Melagro di Gadara e a noi ne sono giunti in tutto 258, ognuno dedicato alla passione degli uomini antichi per i giovinetti. 
L'avvento del Cristianesimo che ritenne immorali gli scritti di Stratone, non riuscì a distruggere completamente queste poesie perché intorno al 900 d.C., lo studioso bizantino Costantino Cefala, li salvò dalla mannaia messa in atto dai vescovi raggruppando gli epigrammi in un unico testo e ponendolo al sicuro. Nel 980 fu fatta una copia di questa raccolta di Cefala, la quale si scoprì solamente nel 1606 nella biblioteca dei Conti Palatini ad Heidelberg, grazie ad un giovane studioso, Claudius Salmasius. Difficile immaginare il giro nascosto alla Chiesa cattolica che quest'opera abbia fatto nei secoli, ma riuscì ad essere protetta e conservata; nel Cinquecento pare fosse appartenuta ad un italiano di nome Angelo Colloti, comunque nel secolo successivo si trovava in Germania e Salmasius come altri prima di lui, si diede da fare per salvaguardarla. 
Uno scritto antico anche se come quello di Stratone non è di qualità eccelsa, rimane lo stesso prezioso giacché la cultura prevede il conoscere ogni forma di espressione dell'intelletto di qualsiasi epoca. 
Le persone colte del Seicento compresero l'importanza di tali scritti e ne fecero parecchie copie a loro rischio e pericolo; esse iniziarono a circolare clandestinamente un po' ovunque con il titolo di: “Antologia inedita”, ma in Italia essendo questa antologia considerata scabrosa e una nullità da un punto di vista culturale, si dovette aspettare fino alla fine del XX secolo perché venisse tradotta nella nostra lingua.