LO "STILE DELL'INCARNAZIONE" -GLI ANTICHI CALENDARI TOSCANI
 
Anticamente durante il Medioevo, la Toscana non approvava che l'anno dovesse iniziare il 1 gennaio come era stato stabilito da Giulio Cesare, ritenendola solo un'usanza pagana. Da quelle parti si sostenne che il calendario dovesse incominciare il 25 marzo, ovvero nel giorno dell'Annunciazione della Vergine (calendario liturgico). Questo conteggio ebbe due varianti: "il modo pisano" anticipatore dell'anno di 9 mesi e sette giorni (rispetto al 1 gennaio) e il modo fiorentino (seguito anche da Siena, Lucca e Prato), il quale posticipava di due mesi e 24 giorni sempre rispetto al 1 gennaio. Il calendario fiorentino si divulgò anche anche a Bologna e a Piacenza, arrivando fino in Inghilterra.  
Il beato Giordano da Rivalto (Giordano da Pisa), fu un accanito sostenitore di questo metodo di conteggio dell'anno e grazie a lui, la Curia romana utilizzò ampiamente il "modo fiorentino" per datare i documenti. Nonostante ciò, questi calendari furono definitivamente abbandonati il 20 novembre del 1749, quando il granduca Francesco Stefano di Lorena, decretò che la Toscana avrebbe dovuto iniziare l'anno il primo gennaio senza eccezioni. 
(FAGR 10-01-2021) 
"Francesco Stefano di Lorena" di Martin van Meytens